Andrea Luchi

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Latte? No grazie! (2° parte)

Un altro elemento del puzzle che rende probematici i latticini lo troviamo guardando alla Sindrome Metabolica (SM). Detto in poche parole la sindrome metabolica è quell’insieme di patologie (prediabete, ipertensione,  dislipidemia, obesità a livello addominale) legate da un unico filo: l’insulino-resistenza. A seguito dell’ingestione di cibi che stimolano la produzione di insulina quest’ultima aumenta nel sangue. Col tempo, nonostante ce ne sia tanta nel corpo, essa smette di funzionare (insulino-resistenza appunto) e ne seguono tutti i problemi appena citati. I cibi che stimolano l’insulina in maniera esagerata sono quindi problematici. Tra questi vi sono appunto i latticini, che in genere non vengono accusati di questo perchè hanno un basso indice glicemico: ma ciò nonostante causano un importante spike dell’insulina. Pensate, qualche anno fa uno studio ha dimostrato che dei ragazzi di 8 anni messi sotto dieta ad alto contenuto di latte ci hanno messo solo una settimana a diventare insulino-resistenti!! Invece un gruppo di ragazzi di 8 anni messi sotto dieta ad alto contenuto di carne hanno mantenuto il metabolismo dell’insulina perfettamente in ordine. Pensateci, quando vi arrabbiate con vostro figlio perchè non vuole bere il latte…
Un altro effetto apparentemente secondario ma per molti importante legato all’assunzione di latte è quello della comparsa dell’acne. Studi degli ultimi anni hanno dimostrato che diete a basso indice glucidico (quindi ipoinsulinemizzanti) e ad alto contenuto proteico sono efficaci nel ridurre i sintomi dell’acne. Anche se il meccanismo non è chiaro (insulina? ormoni bovini contenuti nel latte?) levare il latte dalla dieta aiuta a guarire dall’acne.
Il latte non contiene solo calcio. E’ ricchissimo di una serie di sostanze come ormoni della crescita, ormoni steroidei, proteine bioattive. Queste sostanze servono al vitello per crescere e svilupparsi. Con la pastorizzazione e la digestione molte di queste sostanze per fortuna non entrano nel nostro sangue. Ma in chi di noi ha problemi intestinali, con conseguente aumentata permeabilità, è facile che alcune di queste sostanze possano raggiungere il torrente sanguigno. Ecco che allora compaiono le allergie e le reazioni immunitarie al latte. Interessante a questo proposito è l’insulina bovina che si trova nel latte. Molti dei nostri ragazzi hanno anticorpi contro l’insulina bovina, segno che quest’ultima è ruscita ad entrare nel loro sangue: il problema è che oggi si sa che la presenza di questi anticorpi aumenta nei ragazzi il rischio di contrarre il diabete di tipo I.  Questo vale soprattutto per i bambini che bevono il latte bovino prima dei 3 anni di età.
Un’altra sostanza che aumenta di molto nel nostro sangue a seguito dell’ingestione di latte è l’IGF-1, un fattore di crescita. Quando l’IGF è alto aumentano le probabilità di avere dei tumori della prostata e del seno (se no che fattore di crescita sarebbe???).
Il latte bovino è ricchissimo di estrogeni. Nelle donne, un eccesso di estrogeni aumenta il rischio di tumore del seno e dell’ovaio. Negli uomini aumentano il rischio di tumore della prostata e dei testicoli.
Tra le allergie alimentari il latte è al primo posto. Soprattutto nei bambini piccoli. E le allergie al latte favoriscono lo sviluppo di allergie per altri cibi. Volete che i vostri figli non sviluppino allergie alimentari? Evitate di dargli latte bovino almeno fino a tre anni. Tra l’altro si è visto che le mamme che bevono latte mentre allattano hanno dei bambini che più facilmente hanno le colichine da piccoli, il che vuol dire che qualcosa del latte bevuto dalla mamma passa al latte materno.
Una metanalisi della Harvard Public Health School nel 2007 ha dimostrato che i soggetti che mangiano più formaggi si ammalano più facilmente di Parkinson.
Il forte contenuto in calcio dei latticini interferisce con l’assorbimento di due minerali importanti, il ferro e lo zinco. Mentre più o meno si conoscono gli effetti positivi del ferro, quelli della carenza di zinco sono meno conosciuti ma non meno importanti: tra l’altro ricordiamo la riduzione degli spermatozoi e la riduzione della libido. Una felice vita sessuale non va d’accordo col formaggio, sembra…
Per finire. Avete paura di non assumenre abbastanza calcio rinunciando al formaggio? Una metanalisi del 2010 fatta su 195.000 donne e 75.000 uomini ha dimostrato che non bere il latte non aumenta le fratture, nè berne molto le riduce. Amen.

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22 risposte

  1. Immagino che la conclusione ragionevole sia di eliminare del tutto latte e latticini, ma mi chiedevo se fosse possibile calcolare un valore soglia minimo in cui questi non sono rischiosi per l’organismo. Inoltre, latte e derivati sono del tutto assimilabili fra loro, in quanto alle conseguenze esposte nell’articolo?

    1. Beh, non sono del tutto assimilabili perchè esistono ad esempio latticini fermentati (kefir) che hanno caratteristiche organolettiche che li rendono molto interessanti nel caso di problemi intestinali. Poi i formaggi molto stagionati hanno un contnuto di carboidrati diverso da quelli freschi. Insomma ci sono differenze, ma il senso del post è quello fare una paronamica generale.

      1. Lo immagino, ma il mio era un disperato tentativo di salvare qualche formaggio nella mia dieta! 😉
        (latte bleah, il primo sciopero della mia vita è stato a 7 anni contro il tazzone della colazione)

  2. Il mondo dei prodotti caseari è molto vasto e controverso.
    Il latte pastorizzato è sicuramente una pessima scelta.
    Il discorso è capire se un umano di 70 chili può permettersi un caffé “macchiato” al giorno, che magari incide positivamente sull’umore (per morivi puramente psico-sociali).

    Al di là di questo, moltissimi autori autorevoli si arrovellano da anni circa il fatto che la fermentazione o la stagionatura possano migliorare, e fino a che punto, il bilancio nutrizionale dei derivati del latte: yogurt, formaggi stagionati, panna acida, burro chiarificato.

    Rinunciare completamente a un alimento (in questo caso un mondo di alimenti) io lo considero rischioso, nella misura in cui nella varietà, generalmente, l’organismo umano riesce sempre a cavarsela. Ovviamente bisogna valutare caso per caso.

    Insomma aspetto con interesse altri post, magari sulla caseina, sui grassi saturi, sulla vitamina K.

    1. DIciamo che ci sono persone che tollerano i latticini e non hanno ad esempio malattie autoimmuni e allergie; queste persone probabilmente posso permettersi un certo tipo di latticini. Ce ne sono altre in cui il rapporto rischio-benefici è troppo sfavorevole.

  3. Non si potrebbero mettere per intero i riferimenti agli studi scientifici che lei ha citato nell’articolo? Di solito mi piace verificare la fonte e mi semplifcherebbe il ritrovarli 🙂
    Cosa ne pensa del latte crudo?
    p.s. all’11° riga c’è un’h di troppo 😉

      1. Ok, magari per i prossimi articoli se li mette in fondo come nota sarebbe una cosa gradita, anche ad altri penso 🙂
        Il latte crudo ho provato ad inserirlo da non molto tempo come bevanda dopo allenamento coi pesi e mi dà buone sensazioni di recupero e digestione. Forse l’unico momento dove lo stimolo ormonale da esso prodotto non fa danni, forse. Latte pastorizzato e latticini non li mangio da diversi anni invece, il latte UHT mi faceva correre diretto al WC, ma anche il solo siero di latte in polvere mi dava problemi, cosa che non si verifica con il latte crudo.

  4. ma la famosa grande digeribilità del parmigiano reggiano che è uno dei primi alimenti che si può dare a un bambino ha una sua validità?
    Nei formaggi stagionati rimane del lattosio?

    1. Il parmigiano contiene poco o nulla lattosio. Il problema dei formaggi però è legato anche alla presenza della caseina una rpoteina spesso implicata nelle sindromi allergiche e autoimmuni. La caseina nel parmigiano sembra almeno in parte essere metabolizzata da alcuni batteri perciò potrebbe essere meno pericolosa. Rimane il fatto che un po’ di parmigiano ogni tanto non dovrebbe costituire un grande problema se non si hanno altre patologie che ne sconsigliano l’utilizzo. E rimane il fatto che i formaggi, se non si mangiano, non si perde molto. Ma concordo che taluni di noi più “adattati” possano permetterseli ogni tanto.

  5. Ho un figlio allergico al latte a rischio di shock anafilattico ed ho semrpe saputo che è una risposta errata del sistema immunitario. Lei non ne parla, dal suo articolo sembra si diventi allergici solo in conseguenza all’assunzione dell’allergene. Cosa pensa a riguardo del sistema immunitario?

    1. Il 70% del nostro sistema immunitario si trova nell’intestino. Quando l’intestino non funziona e diventa permeabile diverse sostanze possono entrare nel torrente circolatorio e causare svariati problemi tra cui anche allergie. Un sistema immunitario iperreattivo può appunto dipendere da un intestino che non funge correttamente da barriera.

  6. Ottimo post. Vorrei però avanzare qualche riflessione che spero sia utile ad approfondire la questione soprattutto per quanto riguarda il consumo dei derivati.
    Nonostante tutto i derivati del latte, formaggi, ricotte e yogurt constituiscono un’ottima fonte proteica che ci consentono, oltrettutto, di variare l’apporto proteico giornaliero.
    Nel caso di un atleta che ha necessità di almeno 2g di proteine per kg, risulta complicato rinunciarvi.
    Se poi aggiungiamo che ogni derivato ha determinate caratteristiche che lo rendono ottimale in certi momenti della giornata, il discorso si complica ulteriormente. Ad esempio, sappiamo che il parmigiano è ottimo nel pre-wo per via della digeribilità, le whey/yogurt nel post-wo e appena alzati per l’alto VB e la velocità in cui entrano nel flusso ematico e la ricotta/latte/fiocchi prima di andare a letto in quanto a lenta cessione, quindi ottimali per evitare catabolismo muscolare durante le ore del sonno.
    Insomma per uno sportivo il rinunciare ai prodotti caseari potrebbe significare un peggioramento delle perfomance.
    Altra questione è sull’origine animale del latte. In questo articolo si parla essenzailmente del latte di mucca. Sarebbe interessante sapere se si possono avanzare le stesse conclusioni anche per altri tipi di latte, pecora e capra nello specifico.
    Ancora si sottolinea la miglior qualità del latte e derivati crudi, ma allo stesso tempo la pastorizzazione ci preserva da batteri, ormoni della crescita e steroidei.
    Saluti,
    R.

    1. La pastorizzazione non mi risulta che inattivi gli ormoni, la scrematura invece toglie gli ormoni liposolubili, ad ogni modo ci sono stati degli studi, specialmente nel colostro ricco di ormoni, che evidenziano che la concentrazione sierica degli ormoni negli atleti dopo il consumo di colostro, non cambia.

      1. Mi riferivo a quanto scritto dal dottore in questo post:
        [quote]Il latte non contiene solo calcio. E’ ricchissimo di una serie di sostanze come ormoni della crescita, ormoni steroidei, proteine bioattive. Queste sostanze servono al vitello per crescere e svilupparsi. Con la pastorizzazione e la digestione molte di queste sostanze per fortuna non entrano nel nostro sangue.”[/quote]
        Poi magari ho inteso male io.

  7. il latte (di qualunque specie diversa da quella umana ovviamente) e i suoi derivati sono innaturali per l’essere umano. Incaponirsi a consumare questa spazzatura contro ogni logica e’ solo dovuto a strafogoneria, motivi sociali per non abbandonare la cosa ecc. Punto. Si vive molto meglio eliminandoli del tutto.

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