Andrea Luchi

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Giovanna prova a fronteggiare con la Paleo un tumore benigno (fibroma uterino)

Questa è la storia di Giovanna. Giovanna ha 35 anni, e già da un po’ ha capito che per vivere bene e a lungo deve curare l’alimentazione e lo stile vita, in particolare assecondando il ritmo circadiano (quell’orologio interno che detta i ritmi alla nostra vita sincronizzandoci con l’evolvere delle stagioni e dell’alternarsi giorno/notte). Giovanna ha risolto in questo modo gran parte dei suoi problemi di salute, tranne uno. Ha un fibroma uterino che le dà molto fastidio. Il fibroma è un tumore benigno dell’utero, che può provocare nessun fastidio ma può anche essere causa di problemi tali da dover essere rimosso con l’asportazione dell’utero. Non uno scherzo dunque, soprattutto per una donna in età fertile.

I sintomi legati al fibroma peggiorano e Giovanna va dal suo ginecologo di fiducia il quale le dice che ha bisogno di operarsi. La prospettiva non è allettante soprattutto perchè lei vorrebbe avere dei figli. L’alternativa è quella di prendere dei farmaci che la porterebbero praticamente in menopausa. A 35 anni!! Che tristezza… Anche questa prospettiva non è delle più digeribili. Giovanna si fida del suo medico e sa che lui agisce secondo scienza e coscenza. Ma Giovanna sa anche che con l’alimentazione ha già risolto diversi problemi di salute. Perchè prima di prendere una decisione definitiva non provare a fare qualcosa che può portare ad evitare farmaci e/operazione e che male che vada non peggiorerà di certo la sua situazione?
Giovanna non è però di quelle persone che si affida a maghi e guru, a rimedi improbabili, a ciarlatani sempre pronti a trovare una soluzione purchè a pagamento. Sa che le letteratura scientifica è ormai disponibile liberamente su internet al sito http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/. Basta un click e basta digitare “fibroid” nell’apposito spazio ed ecco che oltre 17.000 lavori scientifici sono a sua disposizione sul fibroma (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=fibroid).
Giovanna che già fa una alimentazione paleolitica ha sentito dire che la sua alimentazione, resa “chetogenica“, cioè in pratica privata quasi completamente di carboidrati, può in talune circostanze rallentare la progressione dei tumori. Sarà vero? Digita “tumor” e “ketogenic” su pubmed e vengono fuori 85 lavori scientifici che supportano questa ipotesi. “C’è del vero”, pensa quindi Giovanna. Quello che scopre di nuovo è che studi recenti suggeriscono che l’approccio chetogenico deve essere associato ad una riduzione dell’introito calorico per funzionare maggiormente. Si devono, cioè, mangiare pochi carboidrati ma anche si deve mangiare poco. Decide quindi per una dieta paleolitica chetogenica di 1200 kcal. Rispetto alla sua precedente alimentazione, non fa altro che eliminare amidi (tuberi), frutta ed il miele che usava per dolcificare. I carboidrati che decide di mangiare ogni giorno non sono più di 30 grammi (meno di 50 grammi di carboidrati al giorno assicurano in genere uno stato di “chetosi”, cioè uno stato in cui il corpo usa i grassi come fonte di energia al posto dei carboidrati).

Giovanna sa inoltre che diverse sostanze naturali possono agire come antitumorali e antiossidanti. Tra le più conosciute abbiamo l’estratto di melagrana, di semi d’uva e il resveratrolo, una sostanza di cui la buccia degli acini d’uva è ricca. Giovanna inserisce su Pubmed queste sostanze per vedere se l’evidenza scientifica giustifica un loro utilizzo. La ricerca è positiva: queste sostanze trovano giustificazione in un trattamento antitumorale. Giovanna decide di cercare un integratore che contenga queste sostanze e comincia ad assumerlo regolarmente.

Giovanna sa che un altro cardine della terapia antitumorale è la vitamina D. Anche qui una rapida ricerca giustifica ampiamente l’assunzione di vitamina D. Giovanna ne è carente come quasi tutti noi, perchè alle nostre latitudini è praticamente impossibile, 6 mesi all’anno, prendere il sole sufficiente a far si che la pelle la produca. Comincia ad assumente la Vid D aggiustando le dosi sulla base dei valori ematici.
Un’altra ricerca ed ecco che Giovanna scopre che l’estratto di thè verde può essere un valido supporto alla terapia antitumorale. Non solo, anche la curcuma sembra essere vista dalla scienza come un valido aiuto nel suo caso. Ecco quindi che thè verde e curcuma entrano a far parte dei supplementi che aggiunge alla sua alimentazione.

Gli omega 3 sono universalmente noti per il loro meccanismo antiinfiammatorio, e Giovanna lo sa. Pubmed conferma. Anche qualche compressa di olio di pesce entra a far parte della sua personale cura contro il fibroma.
Mangiando una dieta così ristretta Giovanna ritiene necessario aggiungere un multivitaminico che gli fornisca oltre le vitamine anche zinco e magnesio, così utili per il buon funzionamento dell’organismo.
Infine su Pubmed Giovanna scopre che l’esercizio fisico aiuta a bilanciare gli estrogeni, cosa che nel suo caso è perticolarmente raccomandata. Decide quindi di concedersi una passeggiata di mezz’ora tutti i giorni.
Giorno dopo giorno Giovanna sta sempre meglio… passa qualche mese e i sintomi legati al fibroma sono quasi scomparsi. Il ciclo è tornato regolare e tranne il primo giorno non doloroso. L’attività fisica non le provoca più il riacutizzarsi del dolore. Giovanna è dunque migliorata a vista d’occhio e, almeno per ora, non deve più operarsi. Decide di continuare a mangiare in questo modo per un altro paio di mesi per poi tornare alla sua alimentazione normale: una paleo con 100-150 grammi di carboidrati al giorno. Sarà guarita definitivamente? Non lo sappiamo dal momento che non ha ancora fatto il controllo dal suo ginecologo: sicuramente sta meglio, e per ora non deve operarsi. Scusate se è poco.
 
Bibliografia
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=tumor%20ketogenic
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=pomegranate%20tumor
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=grape%20seed%20tumor
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=grape%20seed%20aromatase
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=pomegranate%20aromatase
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22415970
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=fibroid%20D3
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=fibroid%20green%20tea
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=fibroid%20curcumin
 

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