Abbiamo terminato la prima parte di questa serie di articoli sul colesterolo, col concetto che in realtà ad essere pericoloso non è il colesterolo ma una lipoproteina (LDL) che lo trasporta. Quando l’LDL è “piccola e densa” essa è pericolosa, quando è “grossa e morbidosa” non lo è, ma anzi svolge la sua funzione egregiamente.
A questo punto non resta che andare a vedere come sono queste LDL nel sangue per capire se stiamo rischiando qualcosa oppure no. Oggi ci sono degli esami che permettono di farlo. Purtroppo, però, a seconda del tipo di esame, varia anche di moltissimo il risultato. Questo vuol dire che usando l’esame A scopro di avere molte LDL cattive, usando l’esame B magari ottengo il risutato opposto. Purtroppo non abbiamo quindi ancora standardizzato un tipo di esame che dica con certezza come stanno le cose. Sappiamo cioè che le LDL ossidate probabilmente partecipano alla genesi della patologia cardiovascolare ma non abbiamo un esame diagnostico alla portata di tutti per poter valutare i pazienti nella pratica clinica. Quindi bisogna pazientare per sfruttare nel quotidiano queste conoscenze.
Per fortuna però esistono dei parametri più semplici per capire se il nostro rischio cardiovascolare è in aumento. Un parametro che possiamo facilmente usare è il rapporto tra Colesterolo totale e Colesterolo HDL. Questo rapporto, per stare a significare un basso rischio cardiovascolare, deve essere inferiore a 3.
COL TOT: COL HDL < 3
Facendo un esempio, se il nostro colesterolo totale è 270 e il colesterolo HDL è 90 abbiamo un rapporto pari a 3 ed il nostro rischio cardiovascolare è abbastanza basso. Se il nostro colesterolo totale invece è 270 e il colesterolo HDL è 50 abbiamo un rapporto superiore a 3 ed il nostro rischio cardiovascolare è significativo.
Bene. Quindi appena troviamo il nostro colesterolo elevato, magari a 270, con un basso HDL prendiamo dei provvedimenti, vero? Sbagliato. Il colesterolo è come la pressione arteriosa: soggetto quindi a variazioni anche notevoli da una settimana all’altra, senza apparente motivo. Dobbiamo essere quindi sicuri che il colesterolo sia veramente elevato prima di intervenire. La cosa migliore è misurarlo più volte nell’arco di diversi mesi per capire intorno a quale valore gravita. Non fidiamoci di una o due misurazioni.
Anche perchè la variabilità statistica è insita nell’esame stesso. Voglio dire che se trovate un valore di 250 potrebbe essere un “caso”. Avreste potuto trovare con le stesse (più o meno) probabilità 270 o 230. Fare misurazioni multiple aiuta a stabilire una “media” intorno alla quale oscilla il vostro colesterolo. Lo stesso discorso, per inciso, vale per i trigliceridi, che possono mostrare una variabilità tra un esame ed un altro anche di 50 mg/dl. Insomma non traete conclusioni sui vostri valori di colesterolo sulla base di poche misurazioni e non vi fate convincere a prendere farmaci per abbassarlo se non siete assolutamente sicuri di quanto sia elevato e perchè.
Bene, direte voi, ma quando posso considerare il colesterolo troppo alto? I limiti accettati dagli organi preposti a dettare le linee guida alla classe medica si sono abbassati notevolmente negli ultimi anni. Quaranta anni fa un valore di 350 mg/dl veniva considerato praticamente nella norma, ora se avete 200 mg/dl vi viene detto, probabilmente, che il vostro colesterolo è borderline. Io credo che i valori odierni considerati normali siano troppo bassi e risentano dell’interesse delle case farmaceutiche a vendere più farmaci ipocolesterolemizzanti. Il business in questo campo si misura in decine di milioni di euro all’anno. Otto dei nove componenti della commissione che decide quando il colesterolo è troppo alto hanno una qualche connessione economica con le case farmaceutiche. Detto questo, credo che possa essere considerato patologico un valore sopra i 270-280 mg/dl. Se lo avete, dopo aver fatto misurazioni multiple, valutate le possibili cause di ipercolesterolemia (misurate i paramentri tiroidei, escludete deficienze nutrizionali, valutate se avete una ipercolesterolemia familiare, una leptino-resistenza, etc etc) e poi potete passare alla fase del trattamento. Che non ha necessariamente a che fare coi farmaci (le famose “Statine”). Infatti prima ci sono mille cose da fare. Ad esempio, in taluni casi l’uso di ormoni tiroidei in soggetti selezionati ha portato ad una riduzione della ipercolesterolemia. La leptino-resistenza poi è molto diffusa e si giova di una alimentazione di tipo paleolitico e di una rivalutazione dei ritmi circadiani (riduzione dello stress, gestione del sonno, alimentazione a certi orari etc etc). Con l’alimentazione paleolitica diminuirete anche l’introito di omega 6 che è una delle principali cause di infiammazione subclinica che porta alla leptino.resistenza; aumenterete anche l’introito di sostanze antiossidanti ed eliminerete le subdole carenze nutrizionali che portano talvolta all’ipercolesterolemia.
I farmaci hanno un loro ruolo, ma secondo me molto limitato, e soprattutto nei soggetti con ipercolesterolemia familiare. Born to be fit. Abbiamo dentro di noi le risorse per guarire: non c’è bisogno sempre e comunque di ricorrere ai farmaci.
10 risposte
Gentile Dottore, trovo questo molto interessante. Sui libri di testo trovo solo la classica differenziazione tra vldl, idl, ldl, hdl. Dove posso trovare informazioni più certe? Ho sempre trovato molto fumosa la biochimica e la causa delle placche in università. Le lipoproteine piccole a cui fa riferimento per i danni alle arterie in che modo lo causerebbero? Per infiltrazione dato le loro dimensioni e inizio di un processo flogistico? Queste lipoproteine dannose sarebbero quelle note come remnants? Cordialmente. Alvise
Caro Andrea…mi permetto di darti del tu….la tua spiegazione sul colesterolo e su come funziona tutto il meccanismo, è la spiegazione più chiara e semplice che abbia mai letta, insieme a quella di Robb Wolf nel libro La Paleo dieta. Complimenti davvero.
PS:La politica del tuo blog è quanto di più utile si può avere nel campo dell’alimentazione e della salute, per chi vuole veramente aprire gli occhi e cambiare davvero.
il colesterolo non causa mai i problemi cardiovascolari
gentile dottore, seguo la dieta paleo da circa otto mesi e pochissimi sgarri (non più di uno a settimana). con mio grande stupore, mentre speravo di ottenere un buon miglioramento dei valori ematici, ho riscontrato un notevole innalzamento del colesterolo, sia totale che LDL. ho smepre avuto valori di colesterolo totale inferiore a 190 con HDL a 50, adesso ho 230 di tolate, 65 di HDL e 160 di LDL. eppure adesso non mangio più latte e latticini, nè legumi, nè cereali. comincio a pensare che le fibre dei cereali integrali e dei legumi me lo riducesse notevolmente. se reintroducessi questi ultimi alimenti, seppure in dosi “controllate”, rischierei comunque problemi di permeabilità intestinale?
Il colesterolo a 230 si associa ad un bassissimo rischio di mortalità. Non vedo il motivo di preoccuparsi.
non sono preoccupato, infatti. mi aspettavo un risultato opposto, almeno a leggere i commenti di chi come me sta utilizzando la paleo. mi chiedo, semmai, se può essere più dannoso un colesterolo a 230 o la reintroduzione di cereali integrali, qualora non vi fossero problemi di intolleranza alimentare.
Più pericolosi i cereali.
Salve io ho il colesterolo totale A 351 è quello buono a 61 non sono sovrappeso ho 35 anni e il medico mi ha prescritto le statine, per un mese, che faccio? Non mangio eccessivamente grasso non fumo e non faccio un lavoro sedentario, che dice?
Dico che senza conoscere tutto di un paziente é difficile dare consigli.
Salve. Sono un donatore di sangue. Alimentazione paleo con poche eccezioni. In occasione però dell’ultima donazione ho avuto la spiacevole sorpresa di livelli di colesterolo troppo alti, per un totale di 288 md/dl (HDL 79 md/dl, LDL 196). Livelli invece bassi e più che accettabili per i trigliceridi e la glicemia. Io credo di aver ecceduto con le uova, 3 al dì per colazione, nonostante siano del mio pollaio, o forse con la farina di castagne, di cui mangiavo il castagnaccio fatto in casa. Alla donazione precedente però, risalente a febbraio, il colesterolo totale era a 180! Cosa sarà successo?